IL CENTRO STORICO
Nato nel medioevo con case costruite sulla roccia e caratterizzate da alte mura a scopo difensivo. Vi si accedeva da diverse porte che nella notte venivano chiuse. Il suo reticolato di vie è caratterizzato da una serie di passaggi coperti – gli sporti (porte o portici) – su cui si sviluppano due o più piani abitati creati per guadagnare spazio in altezza, elementi architettonici ma anche magici: proprio sotto 7 Sporti si svolgevano il rito e la processione per scacciare le streghe dai vestiti del bambino. Numerose chiese documentano l’importanza del borgo nel corso dei secoli.
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La chiesa matrice
è la più antica e dall’alto domina tutto il paese. Nata probabilmente come cappella annessa al castello, dall’originale impianto rettangolare a navata unica, nel ‘400 è diventata a tre navate, con una grande cupola nascosta all’esterno dal tiburio e dalla torre campanaria. Quest’ultima svolgeva anche una funzione torre di avvistamento.
La Madonna del suffragio
Eretta nella prima metà del XV secolo, era la sede della “Compagnia delle Anime del Suffragio”, fondata nel 1685. La Confraternita raccoglieva i più ricchi proprietari ovini del paese che, con lasciti e donazioni, resero possibile la realizzazione delle preziose opere d’arte. Tra queste, l’altare maggiore è uno degli esempi più rilevanti di manifattura lignea dell'intera regione con un dipinto centrale della Madonna del Suffragio e all’interno di una nicchia un'antica statua della Vergine. Gli splendidi altari laterali, tutti ricoperti in oro zecchino testimoniano la ricchezza economica degli abitanti del paese all’epoca.
Santa Caterina
è situata nei pressi del vecchio Municipio, nel cuore del borgo storico. I documenti conservati nell'Archivio Comunale fanno ipotizzare che i locali sottostanti la chiesa ospitassero una taverna, in cui si vendeva pane, olio, vino e sarde. Al corpo centrale venne aggiunta, nel 1837, la navata di destra, dove venne aperta l'attuale porta di ingresso.
San Rocco
eretta dopo la grande pestilenza del 1656, in onore del santo che aveva liberato il paese dall’epidemia, è nata intorno a uno dei torrioni della cinta muraria, accanto alla omonima porta, importante ingresso dell’antico borgo. La semplicità delle fattezze esterne, con una facciata “a vela” rettangolare, si rispecchia nell’ambiente interno con un altare in legno scolpito con decorazioni in oro. Fuori dalla chiesa la copia di una grande pietra ricorda il suo antico utilizzo di sacro garante per i prestiti in denaro.
San Donato
Domina Castel del Monte dalla parte più alta. Il culto per il vescovo aretino ha origini molto antiche, che risalgono alla prima metà del IX secolo. Secondo la tradizione i monaci benedettini, dediti anch’essi alla pastorizia e alla transumanza, diffondevano tra le comunità pastorali i miracoli del santo contro l’epilessia.